Nerello Mascalese: profumi, sapori e abbinamenti del Vitigno e Vino

Il vitigno del Mungibeddu: tra terre vulcaniche e fichi d’india

Se stai cercando un rosso incredibile questo è il Nerello Mascalese.

Raro, raffinato e al tempo stesso impavido.

Basta accontentarti del solito Pinot Nero: è l’ora del Nerello Mascalese.

Non c’è persona a cui lo abbia fatto provare che non se sia rimasto affascinato.

Vuoi scommettere anche tu?

Intanto qui troverai tutte le informazioni sul Nerello Mascalese che non troverai altrove.

Chi è il Nerello Mascalese?!

È nato nella città di Mascali, vicino a Catania, da cui ha preso il nome.

Il Vitigno è arrivato in Sicilia grazie alla colonizzazione greca del VII secolo avanti Cristo: i greci arrivarono sulle coste del Messinese e quelle calabre per poi insediarsi in tutto il Meridione.

Se stai bevendo Nerello Calabrese, Mascalisi o Niureddu puoi star certo di bere Nerello Mascalese.

I suoi genitori sono il Sangiovese e il Mantonico bianco: ce lo dicono gli scienziati.

Spesso confuso con altri vitigni autoctoni siciliani come il Frappato, il Nerello Cappuccio e il Perricone, oppure il calabrese Magliocco Canino.

In Italia il vitigno non ha trovato grande diffusione: siciliano Doc è un vitigno originario dell’isola e lì vuole restare.

In Sicilia è diffuso un po’ ovunque, ma l’eccellenza è raggiunta soprattutto sulle terre dell’Etna.

Spesso vinificato in purezza, ma ogni tanto è in blend con il Nerello Cappuccio.

Alcune vecchie vigne sull’Etna sono allevate a piede franco e hanno circa 100 anni!

Per la sua eleganza spesso è paragonato al Pinot Nero: ma al suo opposto è un vitigno assolutamente territoriale e per nulla internazionale!

Profumi e Caratteristiche del Nerello Mascalese

Il colore del Nerello Mascalese è assolutamente meraviglioso: rosso rubino chiaro, trasparente e brillante. Ma n mano che invecchia quel rosso diventa aranciato, proprio come accade al Pinot Nero!

Appena si avvicina il naso al calice questo vino colpisce per l’intensità dei profumi di frutta rossa a cui si aggiungono note speziate e minerali. Tra la frutta spicca il profumo di fragola, di lampone, e di fichi (soprattutto quando invecchia). Si aggiungono note di cannella, di erbe montane e foglie di tabacco essiccate e una leggera sfumatura di pepe nero.

Ciò che però distingue il Nerello Mascalese dell’Etna da quello siciliano è senza dubbio la sua nota terrosa e vulcanica, quasi un po’ ferrosa, che lo rende assolutamente originale e capace di interpretare una terra unica.

Ti potrà stupire anche per le note di grafite, macchia mediterranea e di prugne secche, soprattutto in invecchiamento.

In sostanza è soprattutto fruttato e minerale e in alcune zone di produzione anche floreale.

Ha un corpo medio, un tannino presente ma molto delicato, che asciuga il palato ma senza essere ruvido. Eccezionale, invece, l’acidità che gli conferisce anche un ottimo potenziale di invecchiamento.

L’alcool può essere anche sostenuto (13 - 14%) e spesso è percepibile un accenno di dolcezza.

Puoi trovare il Nerello Mascalese:

a 18 euro per una buona bottiglia

dai 30 euro in su per una bottiglia eccellente

Nerello Mascalese: versione rosato

Particolarmente interessante è anche la versione rosata: anche in questo caso il vitigno mantiene la sua personalità e parla in modo unico del suo territorio.

Fragoline di bosco tra i profumi, insieme ad una nota balsamica e mentolata. Il lato minerale, invece, si trasforma in una piacevolissima sapidità (quella sensazione di leggero sale) che abbinata alla freschezza lo rendono davvero eccezionale!

Chiaro: non tutti i rosati da Nerello Mascalese sono così eccezionali, ma alcuni ti lasceranno a bocca aperta.

Dai 15 euro in su!

Come servire il Nerello Mascalese

Il Nerello Mascalese è bene versarlo in un ampio calice. Scopri quali sono i migliori calici per ogni tipologia di vino qui!

La temperatura di servizio deve essere di 17/18 gradi: quindi in estate non aver paura di farlo rinfrescare un po’ in frigo!

Abbinamenti con il Nerello Mascalese

Prima di capire i migliori abbinamenti con il Nerello Mascalese bisogna immaginare il suo territorio di provenienza: soprattutto quello dell’Etna è a tutti gli effetti un vino di montagna.

Per questo i migliori abbinamenti sono di sicuro i piatti a base di carne: una grigliata mista, un pollo alla cacciatora, agnolotti al ragù, o dei bocconcini di pollo ai peperoni o un maiale in agrodolce.

Se preferisci assaggiare la versione giovane puoi anche provare con un agnello alla brace. Mentre nelle versioni invecchiate è ottimo anche con i formaggi stagionati.

Se sei un amante dei primi piatti puoi provare con una pasta alla norma, come da tradizione siciliana, oppure con un classico risotto ai funghi, meglio se porcini.

La versione rosata e soprattutto quella rosata spumante metodo classico è eccezionale con i salumi e i famosi arancini siciliani! Ma anche con il pesce: soprattutto quello dal gusto un po’ dolce come le sarde e gli sgombri. Che bontà!

Le Regioni del Nerello Mascalese

La Borgogna Italiana: l’Etna

Se è vero che l’Etna Rosso viene spesso paragonato al Pinot Nero, l’Etna allora può essere considerata la Borgogna italiana.

In questa zona unica, ovvero la superficie occupata dal Vulcano attivo più grande d’Italia, il Nerello Mascalese ha trovato la sua terra preferita.

Ciò che rende speciale questo luogo è il terreno ricco di cenere, sali minerali, sabbia, la sua altezza fino a 3300 metri s.l.m., ma anche la vicinanza al mare e alle sue miti e salate correnti

Il clima è un altro fattore fondamentale: qui c’è una forte escursione termica tra il giorno e la notte soprattutto nelle vigne a circa 1000 metri s.l.m.. Ciò favorisce lo sviluppo di freschezza ed eleganza del vitigno.

Le vigne sono spesso antichissime: alcune hanno oltre 100 anni. Nella maggioranza dei casi le vigne sono piantate ad alberello su un ceppo di castagno e sono molto ravvicinate fra loro (i nerd parlerebbero di alta densità d’impianto, 6.000-9.000 ceppi per ettaro).

Nei vigneti oltre gli 800 metri s.l.m., data la ripidità del vigneto, si usano i terrazzamenti con i muretti a secco. Davvero uno scenario magico.

Nell’Etna le zone sono suddivise in contrade e i vigneti e i vini talvolta ne prendono il nome.

Il Nerello Mascalese ha il suo cuore produttivo nel versante Nord dell’Etna, in particolate nei comuni di Castiglione di Sicilia e Randazzo.

Ricordati che l’Etna Rosso può essere prodotto con uve di Nerello Mascalese (minimo 80%) ma anche con il Nerello Cappuccio (max. 20%), un’altra varietà autoctona della zona, spesso usata per dare anche colore al vino (il Nerello Mascalese ha un colore rosso rubino “scarico” direbbero i nerd!).

Se sei curioso di scoprire il nostro viaggio sull’Etna alla scoperta del Nerello Mascalese puoi leggere il nostro diario di bordo e di bevute qui!

Il Nerello Mascalese nelle altre zone siciliane

Il vitigno Nerello Mascalese è presente in Sicilia anche sulle colline e lungo le coste che si affacciano sullo Stretto di Messina.

In questa zona, tra il Mar Tirreno e il Mar Ionio, il Nerello Mascalese viene usato nella Faro DOC, insieme ad altri vitigni.

Potrai trovare questo meraviglioso vitigno anche nella zona di Palermo e di Messina, dove di recente ha avuto una intensa diffusione.

Il Nerello Mascalese è l’uva principale di queste denominazioni siciliane:

  • Etna DOC

  • Sicilia DOC

  • Faro DOC

Curiosità sul Nerello Mascalese

Il Nerello Mascalese è uno dei più importanti vini vulcanici autoctoni del mondo.

Benché sia un vitigno tipico siciliano ce ne sono piccole quantità anche in Calabria

Il sistema di allevamento della vite ad alberello, tipica dell’Etna, era utilizzata dagli antichi Greci: le viti crescono riparate dal vento e riescono ad immagazzinare l’umidità alla base della pianta.

Il Nerello mascalese matura molto tardi, infatti la sua vendemmia viene effettuata fra la seconda e la terza settimana di ottobre.



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